Orangerie

anno: 2012

committente: privato

stato: completato

 

La proprietà nella quale sorge il manufatto si trova in una zona agricola lungo una delle vie di comunicazione che unisce Pagnano con Castelcucco. In particolare è collocato sulla sommità pianeggiante di una modesta dorsale collinare definita da due incisioni valive orientate in direzione nord-sud. Nella prima, verso est, giace la strada che risulta quindi la via di comunicazione naturale tra le comunità della frazione di Asolo con quelle del centro di Castelcucco. La seconda, caratterizzata da una morfologia più varia e frastagliata, è occupata da una fascia boscata formata da alberi d’alto fusto e da un fitto sottobosco che la rende un’efficace corridoio biologico all’interno di una matrice ambientale agricola fortemente antropizzata come quella che caratterizza il paesaggio dell’Asolano e, specificatamente, del comune di Castelcucco.

In particolare l’abitazione della committenza, che giace sul pianoro di questa dorsale, è dotato di un piccolo appezzamento di terreno usato esclusivamente come giardino. Si tratta di una porzione recintata lungo i cui margini è presente una siepe alta circa 1,80 m formata da numerose piante di Lauroceraso (Prunus Laurocerasus), un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

Nello spazio di pertinenza si trovano alcuni percorsi, carrabili e pedonali, funzionali al collegamento della casa con la via comunale principale, inoltre sono presenti ampie porzioni di prato all’inglese, con alberi da frutto ed ornamentali di origine non autoctona.

La committenza ha deciso di realizzare un piccolo edificio, a carattere accessorio, da utilizzare prevalentemente come serra fredda invernale per ospitare diversi individui di specie appartenenti al genere Citrus. E’ stato edificato, con dimensioni in pianta di 9x7m, a 18 metri dal corpo di fabbrica principale verso il lato meridionale della proprietà per venire incontro ad alcuni limiti, tra i quali il rispetto dei distacchi dai confini e dei vincoli di edificabilità relativamente alla sede stradale posta a nord-est del corpo di fabbrica principale.

Oltre ai limiti messi in evidenza sopra, la scelta del luogo situato nella parte a sud-ovest del fondo è vincolato alla funzione del nuovo edificio. Infatti la serra fredda, meglio conosciuta come orangerie, è un locale chiuso realizzato in muratura e dotato di grandi aperture vetrate che permettono di captare le radiazioni solari riscaldando il volume d’aria contenuto nella serra e mantenere al suo interno una temperatura superiore rispetto a quella rilevabile all’esterno.

Malgrado il nome francese, dovuto alla fama che raggiunse tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo proprio in Francia e da li copiato nel resto del continente, questo tipo di costruzione ha in realtà origini venete. Infatti, uno dei primi esempi rilevabili venne costruito a Padova nel 1545 per ospitare al suo interno piante ornamentali di origine tropicale che avevano bisogno di particolari cure per sopravvivere all’inverno. In seguito, l’idea venne esportata in Inghilterra e in Francia dove venne convertita alla coltivazione di specie mediterranee e in particolare degli agrumi.

Con l’invasione napoleonica dei territori veneti fu reintrodotta dai governatori francesi la serra fredda per la coltivazione degli agrumi ed ebbe un particolare successo tra le classi nobili e borghesi che dotarono le proprie ville di questa novità proveniente da Oltralpe. Famose sono le orangerie che si possono apprezzare tra le ville venete della Riviera del Brenta.

Andando nel dettaglio, il fronte è orientato lungo l’asse est-ovest in modo da permettere il maggior apporto solare. E’ edificato con tecniche costruttive tradizionali, la copertura con travi lignei a vista e il rivestimento costituito da coppi in cotto. Inoltre, le superfici esterne sono in parte intonacate mentre nelle restanti è messa in evidenza la muratura in elementi lapidei. Le grandi finestre che interessano il lato sud sano tamponate con scuri lignei. All’interno dello stesso volume sono stati ricavati alcuni spazi utilizzati come deposito attrezzi, funzionali allo scopo principale per il quale è stato pensato questo piccolo edificio.

 

Come si diceva, il fabbricato non è sorto in aderenza per ragioni di funzionalità e di praticità, evitando di creare problemi all’edificio principale come il tamponamento o l’ostruzione delle aperture. Si è cercato quindi di far emergere in maniera chiara il rapporto gerarchico tra le due parti e, allo stesso tempo il legame che unisce l’abitazione con la sua orangerie con lo scopo di ottenere un’immagine unica che identifichi l’insediamento come un’azione univoca nel territorio e non come un’aggregazione caotica di parti avvenute in tempi distinti.

Uno spunto interessante è fornito dall’orientamento dell’abitazione stessa, tipica degli edifici rurali che si rifanno alla tradizione locale. Infatti, anche in questo caso l’edificio è disposto in modo tale da sfruttare al massimo l’irraggiamento solare del periodo invernale. Le aperture lungo i lati più favorevoli sono ampie e disposte in maniera più fitta rispetto a quanto avviene nei lati a nord-est.

Con lo stesso criterio è stata edificata l’orangerie, l’aspetto funzionale che è alla base delle scelte nel disporre gli edifici si traduce in un’identità formale tra le parti.

Emerge, viste le dimensioni, chiara la gerarchia tra i due elementi, dove l’abitazione assume il ruolo da protagonista e la serra fredda diventa una propaggine, un lembo generato dal corpo principale. L’abitazione infatti sembra suggerire i principi generatori che regolano lo spazio e gli altri elementi della corte ovvero i percorsi, le piantumazioni, la serra..

Non è quindi, a differenza delle alberature del giardino, un inserimento alieno al paesaggio circostante, ma al contrario trae dalla morfologia del paesaggio e dal rapporto con gli agenti atmosferici i propri principi costitutivi.

Inoltre, la natura pianeggiante della sommità del piccolo rilievo sulla quale poggia l’insediamento enfatizza il rapporto gerarchico tra le parti e l’abitazione spicca come l’oggetto effettivamente più importante e visibile anche a una certa distanza.